Il Friuli spezzettato

   Seguo da tempo con una certa preoccupazione la diatriba innescatasi per la costituzione della Provincia di Tolmezzo che, se fosse attuata, vedrebbe a medio termine l'esplosione autonomista anche della Bassa friulana con Latisana in testa, il che porterebbe solamente a un proclamato e conclamato definitivo ruolo di Trieste ad "asso pigliatutto" con un Friuli diviso, spezzettato e con cinque Province in continua lotta tra loro.

"Divide et impera", questo era il motto degli antichi romani quando governavano mezzo mondo e l'impero si è disgregato non solamente per troppa opulenza raggiunta, ma anche quando sono nate lotte interne per dividersi il potere e l'impero si è frazionato con troppi capi, troppe Province. Addirittura si è diviso in due, tra Oriente e Occidente. Il Friuli non è l'impero romano né, tanto meno, una regione enorme che ha la necessità di decentrare i vari poteri e soprattutto non può permettersi il lusso di frazionare la propria economia.

I carnici sono gente fiera, capace e certamente meritano di più di quanto hanno avuto sino a ora, ma per ripartire meglio le risorse, e dare a Cesare ciò che è di Cesare, non è necessario costituire una Provincia anche se capisco benissimo che ciò sarebbe motivo di fierezza, di illusoria convinzione di potersi amministrare in loco le risorse e psicologicamente ciò darebbe forza nel sentirsi una volta per tutte una precisa identità addosso.
Nessuno si è chiesto quanto costerebbe questa operazione in termini finanziari e di ambizione politica e di potere? Ci si è chiesti quanto, in termini di nuovi consigli di amministrazione, presidenze varie, segretariati, sedi, palazzi, uffici, attrezzature, autisti, uscieri ecc.? E chi pagherà? Sorgeranno altre risse, diatribe e discussioni perché chi non vedeva la provincia di buon occhio dirà che se la paghino e se la mantengano coloro che in questa Provincia ci abitano e l'hanno voluta, chi la Provincia l'ha voluta e pure ci abiterà che << ora c'è e dovete aiutarci a mantenerla >> in momenti in cui tutti dobbiamo tirare la cinghia e la Regione non ha soldi sufficienti a sostenere gli anziani e la sanità e così chi ha diviso continuerà a imperare ancor di più alle spalle, chiedo scusa a tutti ma anche io sono friulano, della ingenuità delle genti.

Saranno indebolite le associazioni di categoria che dovranno dividersi e quindi perderanno forza interlocutoria nei confronti della Regione che vedrà Trieste imperare, così pure le Cciaa e tutti gli enti in genere che dovranno ricostituirsi con un dispendio di forze e finanze enormi e nessuno ha mai ripensato a quel bell'affare fatto da Udine a suo tempo che ha ceduto le armi senza colpo ferire lasciandosi portare via il capoluogo regionale, a scapito di una città che si è bellissima e monumentale, ma non ha neanche una provincia vera e propria alle spalle e rappresenta a livello nazionale un esempio unico di decentralità geografica per cui chi abita a Tolmezzo o Tarvisio deve fare centinaia di chilometri per raggiungere il capoluogo regionale ove vige il potere assoluto con tutti gli assessorati importanti.
E non mi si venga a dire che la decentralità degli uffici di Udine ha risolto il problema perché sappiamo tutti che in una pratica, se manca una virgola, devi fiondarti a Trieste e, siccome parlo degli operatori, nessuno ha il tempo di andarci di persona, ma ci va il consulente, il legale o il tecnico incaricato con costi enormi. Chi non crede all'operazione "nuova Provincia" proponga un referendum per far tornare il capoluogo regionale a Udine e veramente in questa occasione si vedrà cosa contano i numeri.

Benedetto Beltrame
(Antica Locanda Al Parco - Tavagnacco)

Lettera apparsa sul Messaggero Veneto di Udine del 24 febbraio 2004

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