Strassoldo: i sindaci usano soldi pubblici e
carta intestata per fare propaganda al Sì
intervista a cura di Tommaso Cerno

  << Molti sindaci dell'Alto Friuli utilizzano i soldi pubblici, la carta intestata e i mezzi dei Comuni che rappresentano per fare propaganda politica e convincere i cittadini friulani a votare a favore dell'Istituzione della provincia della montagna. Questo è un atto scorretto sul quale invito tutti a riflettere   >>. E' duro l'atto d'accusa che si leva da palazzo Belgrado, la sede della Provincia di Udine, con il suo presidente, Marzio Strassoldo, che punta l'indice contro le amministrazioni sparse nel vasto territorio chiamato al voto per chiedere a gran voce che << i sindaci facciano i sindaci e non utilizzino il proprio ruolo istituzionale per strumentalizzare il referendum del 21 marzo, come invece molti stanno facendo >>.

   Una denuncia che arriva nel pieno di una campagna referendaria che vede ancora molta incertezza sull'esito della consultazione. Tanto che, se si ricorda a Strassoldo che una polemica del tutto simile si era scagliata, solo qualche giorno fa, proprio contro di lui, accusato da più parti di avere redatto e diffuso con i finanziamenti provinciali un opuscolo informativo sul voto che prevedeva posizione per il "no", il presidente della Casa delle libertà ribatte che << nel caso della Provincia di Udine c'é in gioco la sopravvivenza stessa dell'ente, che qualcuno vuole dividere in due - spiega -. Al contrario nessuno minaccia l'unità amministrativa dei singoli comuni che hanno spedito l'opuscolo, con l'invito a votare sì, nelle case dei cittadini, accompagnato da lettere in carta intestata del Comune >>.
     Un fatto che il presidente della Provincia giudica grave: << Se Godia volesse andare con Remanzacco - aggiunge Strassoldo - sarebbe del tutto legittimo che l'ente comunale udinese spiegasse ai cittadini le ragioni per cui l'unità di Udine non va messa in discussione. Sarebbe giusto che palazzo D'Aronco in quel caso spiegasse cosa cambia in caso di scissione. Allo stesso modo, la Provincia ha fatto con l'Alto Friuli, predisponendo un volantino sul sistema di voto dove, senza per nulla calcare la mano, abbiamo ricordato quali vantaggi ed effetti negativi potrebbero derivare da una spaccatura dell'ente provinciale. Tra l'altro per una ragione semplice e cioè che io credo nel ruolo della montagna, ruolo che durante il mandato ho sempre sostenuto in maniera forte >>. Una presa di posizione, che facendo una forzatura palazzo Belgrado paragona quasi   alla tutela dei confini nazionali in caso di secessione, << anche se non invieremo di certo - ironizza Strassoldo - la polizia provinciale, come farebbe il governo italiano con l'esercito <<.

       E se Strassoldo sa che l'atto d'accusa di palazzo Belgrado è destinato a far discutere, insiste comunque nel distinguere nettamente la legittimità nell'utilizzo dei fondi e degli uffici pubblici da parte di chi vede compromessa <<la tutela dell'ente che rappresenta e la sua integrità - continua - e chi lo fa per solo scopo politico >>. Per quanto riguarda la Provincia di Udine, infine, << abbiamo raccolto molte lettere di molti comuni - continua - e invitiamo qualcuno a verificare su tutto il territorio montano cosa stia accadendo >>.

 

articolo apparso sul Messaggero Veneto del 10 marzo 2004