Carlantoni:
perché fare il referendum se poi sarà la Regione a decidere?
<< Ho
notato che Marsilio ha già abbassato i toni perentori del dibattito di
Tarvisio. Ma nel tentativo di tamponare la sua uscita azzardata, non
riesce comunque a non contraddirsi>>. Renato Carlantoni, vicepresidente
della giunta provinciale, parla di "effetto boomerang" riferendosi alle
ultime dichiarazioni dell'assessore regionale Enzo Marsilio, quando <<
decreta che la Provincia dell'Alto Friuli si farà comunque, qualsiasi sia
l'esito del referendum>>. << Continua a sbagliare, dicendo che 38 Consigli comunali su 43 sono favorevoli al quinto ente: affermazione assolutamente falsa - precisa Carlantoni -, perché le civiche assemblee hanno deliberato solo in favore del referendum, ossia del sacrosanto diritto dei cittadini di andare al voto >>. Altro punto da ribadire, per il vicepresidente, è la sovranità del consiglio regionale. << Se è come afferma Marsilio, se cioè sarà l'assemblea regionale a decidere comunque, perché indire un referendum costosissimo e prendere in giro i cittadini ? Quando si è scelto di istituire la Provincia di Pordenone, per esempio, non c'è stata alcuna consultazione referendaria >>. I dubbi di Carlantoni persistono anche sulle dichiarazioni programmatiche di Illy, citate da Marsilio. << Se c'è tutta questa buona volontà di distribuire ampie deleghe alla nuova Provincia, mi chiedo perché la Regione non abbia pensato di iniziare da quelle già esistenti, ampliandone le competenze come richiedono già da tempo, e potenziando pure quelle delle Comunità montane >>. Ma il grande equivoco resta fondamentalmente questo. << L'assessore Marsilio insiste su un punto: la quinta provincia non sarà un ente a "macchia di leopardo", ma ci sarà la possibilità di opzione solo per Comuni confinanti geograficamente con Udine. Gemona, Montenars, Artegna e Trasaghis. Questa confusionaria interpretazione dei confini, considerati solo a sud e non a nord, rende ancora meno credibile il nuovo presunto ente, perché lascia intendere che ci saranno Comuni di serie A, che possono optare se vince il no, e una serie di Comuni, che a parità di condizioni non avranno gli stessi diritti. Resto convinto che il referendum sia lo strumento, democratico ed efficace, per consentire ai cittadini di esercitare una scelta legittima. Pertanto - Carlantoni rilancia la sua provocazione -, qualora a Tarvisio dovesse vincere il no, dovrò valutare la possibilità di proporre un'ulteriore consultazione referendaria per chiedere di aderire alla Carinzia>>.
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--- O ---
Caroli: non
servono altri enti
L'assessore provinciale:
sarebbe meglio far funzionare quelli che già ci sono
"La nuova provincia produrrebbe solo
isolamento e emarginazione per il territorio montano"
Il referendum? "Una presa in giro"
<< E' inutile
creare nuovi enti quando quelli già esistenti non sono messi nelle
condizioni di attuare tutte le proprie competenze >>. Questo il pensiero
dell'assessore provinciale alla montagna Vittorio Caroli interrogato
in merito alla provincia dell'Alto Friuli. << Le comunità montane, ad
esempio, dispongono già delle funzioni che si vorrebbero assegnare alla
nuova provincia, ma ciò che manca sono le risorse. A questo punto mi
chiedo in che modo l'amministrazione regionale potrebbe assegnare i fondi
ad un nuovo ente quando non riesce a sostenere finanziariamente nemmeno
l'attività degli organismi già esistenti >>. Criticabile, secondo Caroli,
anche l'impostazione del referendum: << E' una presa in giro per
l'elettorato, in quanto i contenuti della nuova provincia non sono ancora
stati definiti. Stiamo per andare a votare a scatola chiusa e il risultato
che emergerà dalle urne, non essendoci il quorum ed essendo il referendum
consultivo, potrà anche non essere preso in considerazione dal Consiglio
regionale al momento di legiferare >>. Una nuova provincia, per Caroli, non produrrebbe altro che isolamento ed emarginazione per il territorio dell'Alto Friuli. << La Provincia di Udine - aggiunge l'assessore - istituendo la Direzione d'area montagna a Tolmezzo, sta già dimostrando con i fatti che le problematiche della montagna sono prese in seria considerazione e occupano la priorità assoluta nei programmi tecnico-amministrativi. Il Fondo montagna in particolare - continua Caroli - ci sta permettendo, in maniera snella e veloce, senza tanta burocrazia, di raggiungere ottimi risultati nei settori del commercio, delle piccole attività, del recupero di edifici destinati ad attività sociali e culturali e nel sostegno di consorzi e cooperative >>.
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Articoli apparsi sul Messaggero Veneto del 26 febbraio 2004