Disgrazia sul Monte Cjampon

Precipita durante un'escursione e muore
La vittima è Sandro Nobile 47 anni di Martignacco. Dalla vetta l'sms alla moglie: <<Sono in cima, ora scendo>>. Poi la tragedia.

 

          Quel sentiero l'aveva affrontato decine di volte. Perché di lassù ti sembra di domare tutto il Friuli. E in giornate come ieri si vede anche il mare. Da lassù a 1.709 metri della vetta del Cjampon, Sandro Nobile, 47 anni tecnico amministrativo al Malignani e grande appassionato di montagna, ieri mattina alle 9.40 ha inviato un sms alla moglie Cristina: << Sono in cima, adesso scendo>>. Pochi minuti, al massimo venti, e l'escursionista è precipitato dal sentiero. Un volo di 200 metri. Fatale.

          Un'altra vittima della montagna, un altro morto sul sentiero che sale al Cjampon da malga Cuarnan attraverso Sella Foredor e il Passo della Signorina. Poco lontano nel luglio 2007 era precipitato l'orefice di Buja Luigino Celotti.
          Nessuno mai potrà sapere perché l'escursionista di Martignacco, padre di due figli e molto conosciuto in paese e nel mondo della scuola per la sua ultradecennale attività in molti istituti del Friuli, è precipitato. Lassù c'erano lui, un sentiero, peraltro non privo d'insidie, e il destino. Tragico.

         L'escursione sul Cjampon dal termine della strada asfaltata sotto la malga Cuarnan dura non più di 5 ore e mezza - sei. Ecco perché dopo mezzogiorno, non vedendo tornare a casa il marito, la moglie Cristina ha cominciato a preoccuparsi, ha chiesto aiuto al cognato Luca. Che è subito andato in cerca del fratello a Gemona. Ha percorso col cuore in gola la strada che dal centro sale verso Stalis e ancora fino all'imbocco del sentiero Cai 713. Sperava di trovare quell'auto parcheggiata, invece così non è stato. Subito i familiari di Nobile hanno temuto il peggio. Hanno quindi chiesto aiuto ai carabinieri della stazione di Martignacco che, attraverso i colleghi della Compagnia di Tolmezzo, hanno allertato gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di Finanza del capoluogo carnico e del Cnsas di Gemona. Alle 15.30 è scattato l'allarme. Le squadre hanno raggiunto l'imbocco del sentiero 713 e hanno cominciato la risalita verso la vetta sulle tracce dell'escursionista. Poco sopra il Passo della Signorina, quota 1.400 metri, un soccorritore ha visto nel dirupo un cappellino. E ha capito.

        A quel punto è iniziata la laboriosa operazione di recupero di quello che tutti ormai avevano capito sarebbe stato un corpo senza vita. Serviva un elicottero con verricello. Il velivolo del 118 era impegnato in un altro intervento. Così dall'aeroporto di Tessera a Venezia è decollato un AB412 dei Vigili del Fuoco. Con i tre piloti a bordo anche due tecnici del Soccorso speleo fluviale. Non senza difficoltà il pilota si è avvicinato alla montagna facendo scendere con il verricello i due tecnici nel dirupo. Duecento metri sotto il sentiero hanno trovato un corpo dilaniato dal tragico volo. E con una barella l'hanno recuperato. Alle 18.50 l'elicottero dei Vigili del fuoco è atterrato nella piazzola sopra Stalis, a poca distanza da dove la tragica escursione di Nobile era iniziata. Ai carabinieri di Martignacco, ricevuta la notizia dai colleghi della stazione di Gemona, non è restato altro da fare che dare il tragico annuncio alla famiglia dell'escursionista.
       Dopo l'sms alla moglie, Nobile deve aver camminato non più di 20 minuti. Finché è stato tradito da quel sentiero che tanto amava.

articolo e foto tratti dal Messaggero veneto del 26 aprile 2014, scritto da Antonio Simeoli

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Quel sentiero che diventa trappola
Il Soccorso alpino mette in guardia sulla zona a rischio al Passo della Signorina

    Che sia stretto lo si capisce dal suo stesso nome: il passo della Signorina in forcella Foredor sul Cjampon è una meta ben conosciuta dagli amanti della montagna e soprattutto nel gemonese. La tragica caduta di Nobile ha fatto ricordare a molti le diverse morti avvenute negli anni su quello stertto passaggio a poco meno di 1.400 metri di altitudine. C'è chi pensa all'orefice bujese Luigino Celotti, chi all'ora presidente del Cai di Gemona Giovanni Galli (per il quale si è celebrato una messa a suo ricordo in Foredor), al fotografo Fregonese, fino ad arrivare alle due studentesse scomparse lassù negli anni '80. Tuttavia, per gli uomini del Soccorso alpino di Gemona, l'importante è sempre fare attenzione: <<Certo - dice Carlo Cargnelutti, il capo squadra - il Cjampon è una signora montagna, tanto è vero che è frequentatissima, ma ciò non vuol dire che sia particolarmente pericolosa. E' chiaro che bisogna fare attenzione, ed è quello che noi possiamo consigliare perché in montagna anche una semplice distrazione può diventare una tragedia. Il passo della Signorina è un passaggio di primo grado e sopra ci sono i cosiddetti "cjaminuts" dove per pochi metri si deve procedere con le mani, ma l'importante è avere sempre una grande attenzione: è stretto, e in quel punto si è molto esposti però a volte, una caduta può essere causata anche da un improvviso malore o da un piede messo male >>.
      Insieme alla Guardia di Finanza di Sella Nevea e Tolmezzo, e ai Vigili del fuoco, gli uomini del Soccorso Alpino gemonese venerdì hanno organizzato il recupero ed erano ben venti uomini che hanno girato a quella quota: <<La base era in Stalis - ci racconta Cargnelutti - e poi, due per sentiero, ci siamo così divisi i compiti: appena hanno visto il cappello per terra, i nostri uomini hanno subito compreso dove poteva essere caduto>>.
      <<Sono montagne - conclude Carlo Cargnelutti - molto conosciute e da sempre frequentatissime: se una volta si andava ancora a far fieno e a tagliare legna, oggi ci vengono molti escursionisti anche da Austria e Slovenia, se ne incontrano sempre molti lassù. Tanti ci vanno anche a fare allenamento e addirittura oggi il Cuarnan è visto più per le passeggiate mentre il Cjampon è considerata la salita più impegnativa>>.

Piero Cargnelutti

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Un altro dramma giusto un anno fa

         25 aprile tragico. Giusto un anno fa, un altro grave lutto colpì il mondo dell'alpinismo friulano. Sulle Alpi Giulie, nel gruppo dello Jôf Fuart, perse la vita, precipitando per 200 metri in un nevaio, l'udinese Luca Beltrame, 43 anni compiuti proprio il giorno prima, dirigente bancario con la passione per la montagna. L'uomo precipitò dalla parete della cima grande delle Vergini (altitudine 2.150 metri) poco dopo avere portato a termine una scalata in cordata con un amico. L'incidente accadde mentre i due avevano cominciato la discesa a causa di una scivolata su un nevaio che fece precipitare Beltrame per alcune centinaia di metri e sfracellare alla base della parete. Le gravi fratture e lesioni riportate ne causarono il decesso sul colpo, ma poi il suo corpo scivolò per altri 300 metri lungo il nevaio, alla base del quale fu poi rinvenuto dai soccorritori.

 

Foto e testi ricavati dal Messaggero Veneto del 26 aprile 2014